Feste d'Europa

Montagna pistoiese (Pistoia)
Il Cantar Maggio in montagna
Passare per i paesi della montagna pistoiese con chitarre e fisarmoniche, cantando e ballando insieme, mangiando e bevendo quello che la gente offre.
Dal 1973 il Collettivo Folcloristico Montano ha ripreso una tradizione antichissima che affonda le sue radici nella storia dell’Appennino Tosco-Emiliano, una pratica collegata ai riti pagani della fertilità, un annuncio di primavera e quindi, per estensione, un inno alla vita, all’amore, alla giovinezza.
La festa, poi proibita dal fascismo ed oggi estesa all’intero mese di maggio, si svolgeva nella notte tra il 30 aprile ed il 1 maggio. I canti del Maggio erano eseguiti per le vie del paese, sotto ogni casa. I maggerini, i cantori del maggio, trasportavano un grosso ramo di ontano sul quale venivano appesi i doni dati dalle case.
Oggi i concerti dei liberi musicisti della montagna pistoiese dal 1973 avvengono ovunque: nelle piazze e nei teatri, nelle strade e nelle aie. Lasciando sempre grande spazio all’improvvisazione, si eseguono le ottave, canti di lavoro e di protesta, canti d’amore dedicati alla donna, nenie per bambini e nonsense.
La riscoperta e la valorizzazione di queste espressioni della tradizione orale della montagna pistoiese si deve all’attento lavoro di ricerca etnografica e musicologia condotta negli anni Settanta da Sergio Gargini.